Il diritto alla costituzione di parte civile

Il Movimento Antiracket è costituito da associazioni senza fine di lucro costituite da imprenditori determinati a non addivenire a patti con la criminalità organizzata. A livello statutario spiccano tra le principali finalità delle singole associazioni quella di contribuire alla costituzione di nuove associazioni nel rispetto di una cultura ispirata ai valori della legalità e del libero esercizio del commercio sul territorio di riferimento. Attraverso specifiche iniziative atte ad informare e sensibilizzare sul ruolo che assumono le associazioni rispetto alle vittime del racket ed alle modalità in cui reagire e resistere a tale status.
Le attività di formazione ed impulso alla denuncia insieme alla attività di assistenza alle vittime e i risultati raggiunti, vengono annoverate in una sorta di Curriculum Vitae associativo a riprova della reale operatività sul territorio di riferimento dell’associazione. La sua allegazione in sede di costituzione in giudizio, fornisce al Giudice la misura del danno prodotto con conseguente legittimazione al risarcimento del danno prodotto.
Difatti prestare assistenza e solidarietà alle vittime del racket e dell’usura attraverso la costituzione di parte civile al loro fianco, seppur tra le finalità dell’associazione, ne rappresenta comunque una fase patologica della vita. Ciò comporta il dispendio di mezzi ed energie associative – al fine di tutelare la propria posizione in sede processuale – di qui le conseguenti richieste di risarcimento danno patrimoniale (cfr. Sentenza n° 1638/08 del 26/06/08 – Tribunale di Napoli XXXII Uff. G.U.P.) e non patrimoniale.
Se questi sono i presupposti l’associazione aspira infatti a garantire agli imprenditori e/o comunque alle vittime di reati quali l’usura e l’estorsione, il libero esercizio della propria attività di impresa scevra da qualsivoglia condizionamento criminale, favorendo in tal modo il naturale sviluppo delle attività produttive a tal fine impegnando contestualmente risorse umane e economiche.
L’imprenditore viene preliminarmente formato ed informato sulla necessità e sulle modalità con cui poter reagire e denunciare. Solo in seconda istanza, quando lo stesso assume la veste di persona offesa/vittima di reato, viene assistito e coadiuvato nella fase procedimentale dalla associazione che al suo fianco si costituirà parte civile.
La scelta relativa alla costituzione nel processo dell’associazione di quartiere e/o di quelle maggiormente rappresentative a livello provinciale o nazionale, dipende dall’ambito territoriale in cui il reato è stato commesso. In tal senso, qualora nel quartiere, nel rione o nel paese, non siano ancora state costituite associazioni di imprenditori, il Coordinamento Napoletano delle Associazioni Antiracket di concerto con la FAI, tende a porre in essere tutte le iniziative finalizzate alla nascita ed operatività di nuove Associazione Antiracket.
Questo elementare sistema aggregativo è teso a riunire sotto il vessillo dell’antiracket imprenditori e commercianti di quartiere, formati ed informati sul fatto che una alternativa al mettersi a posto con il clan esiste. Nasce così in capo all’associazione, soggetto a se stante dagli imprenditori da cui è composta, il conseguente diritto al suo risarcimento del danno causato dal compimento dell’atto estorsivo nel territorio di riferimento ed in contrapposizione al Clan egemone, sempre più infastidito dalla esistenza del movimento. Questo sistema operativo ed associativo teso ad una continua gemmazione di associazioni da associazioni, tende allora a costituire la risposta della società civile allo strapotere della mafia e della camorra.

a cura dell’ avv. Alfredo Nello