Il danno dell’associazione antiracket

Il danno lamentato dall’associazione antiracket

“Il commerciante che paga sovraespone chi ha il coraggio della denuncia e danneggia l’intero circuito economico dato che sono, ormai, in tanti a non pagare”… “In molte parti di Italia c’è un associazionismo forte che garantisce, insieme alle forze dell’ordine, la sicurezza delle vittime. Ed ancora ..”in reati come l’estorsione, l’acquiescenza ha conseguenze negative per tutti. Insomma, l’indifferenza non è più un fatto privato …”

Questo il Giudizio più volte espresso dagli organi direttivi delle associazioni antiracket maggiormente rappresentative a livello nazionale, in riferimento alla lotta ed al contrasto al racket delle estorsioni e dell’usura. In tal senso l’associazione antiracket lamenta un danno derivante dalla lesione di un diritto soggettivo proprio del sodalizio stesso e non di un mero interesse legittimo, che attraverso la commissione di simili delitti trova la sua ragion d’essere nella frustrazione e conseguente lesione dell’interesse dei sodali ad un libero esercizio dell’attività di impresa, in qualunque forma esercitata.
S.O.S. Impresa – Rete Legale Etica svolge quotidianamente specifiche attività ed iniziative a diretto contatto con il territorio, si da essere primo referente per vittime dei reati quali usura ed estorsione garantendo, di concerto con le forze dell’ordine, la conoscenza da parte della vittima della possibilità e necessità di reagire – con ogni mezzo necessario – ai soprusi posti in essere da individui forti unicamente della loro appartenenza a sodali camorristici.
E’ facilmente individuabile in tal senso il danno diretto patito dalla associazione. Il compimento ai danni di un operatore economico, parte della rete di protezione delle associazioni, di reati aggravati dall’agevolazione alla camorra, minano grandemente gli sforzi posti in essere localmente per spronare le vittime alla denuncia. Diretta è la lesione di un diritto soggettivo proprio dell’ente.
La esistenza di sodali camorristici compiutamente organizzati, le cui attività si esplicano in maniera capillare, se non chirurgica, sull’intero territorio, nonché l’avvalersi degli associati di tale appartenenza nel porre in essere atti estorsivi rappresentano il primo ostacolo da superare per associazioni che lottano in nome della libertà di impresa.
Quale stimolo ad associarsi per chi è sul punto di iniziare il proprio percorso di resistenza attiva? Quali garanzie è in grado di offrire l’associazionismo antiracket all’imprenditore che prende atto della esistenza di un intero sodalizio mafioso dedito al compimento di simili reati nel tessuto economico in cui esercita la propria attività di impresa? A seguito del compimento dell’ennesimo episodio estorsivo diventa oltremodo arduo per l’associazione stessa spingere altri operatori economici verso quel cammino di denuncia, che solo, può garantire il libero esercizio del commercio.
L’imprenditore che fino ad oggi aveva iniziato a seguire ed a trovare la forza di reagire attraverso l’associazionismo antiracket, avuta conoscenza del compimento dell’ennesimo atto estorsivo, ai danni di un commerciante della sua zona tende a rientrare nei parametri normali ed a chiudersi in se stesso sottostando al racket e/o all’usura.
In questo senso l’associazione antiracket lamenta pertanto la lesione di un proprio diritto soggettivo con conseguente danno diretto in riferimento ad ogni episodio estorsivo compiuto da appartenenti ad associazioni camorristiche operanti nel territorio di riferimento dell’associazione.

a cura dell’ avv. Alfredo Nello