Assistenza giudiziale alle vittime di estorsione

La necessità di una adeguata assistenza alla vittima di estorsione
Rilevanza penale della denuncia

Ventiquattro aprile duemilasette – aula dibattimento presso il Tribunale di Napoli – è in corso l’audizione di un imprenditore difeso e rappresentato da un avvocato antiracket la cui attività professionale è prestata prevalentemente in favore di soggetti vittime di reati quali usura, estorsione e concussione. Costituite parti civili accanto all’imprenditore e rappresentate dal medesimo legale il Coordinamento Napoletano delle Associazioni Antiracket e la FAI.
L’imprenditore ha avuto il coraggio di denunciare i suoi estorsori mettendo così a nudo oltre dieci anni di soprusi ed angherie che hanno portato la sua impresa sull’orlo del fallimento. Oggi i suoi estorsori sono presenti in aula ed ascoltano l’esame dell’imprenditore condotto dal Pubblico Ministero:

PM – sempre in quel periodo grossomodo, nel ’00, ’01 la sua azienda aveva ulteriori cantieri a via … e Piazza …?
DICH – Si.
PM – di che tipo di lavoro si trattava?
DICH – Fabbricati.
PM – lei anche per questi lavori ha denunciato di aver avuto richieste di denaro, vuole raccontare al Tribunale di che tipo di richieste si trattava e da parte di chi le ha ricevute?
DICH – La stessa cosa di sempre – non mi ero presentato a chi di dovere, non conoscevo nessuno, io stavo prendendo un gelato al bar cavallo a Piazza …… dove lavoravo venne uno alle spalle e disse: “adesso ti dovrei sparare nelle gambe”, “perché cosa ho fatto?”, perché non vi siete presentati a chi di dovere”, ma a chi mi devo presentare? Dove devo andare? Chi sono?qua vengono tanta gente che cercano qualcosa”. Dissero: “adesso va da quella persona che sta nel giardinetto a pochi metri, lui ti accompagna dove devi andare”, “ e mi portarono…”
PM – con quante persone lei si incontrò?
DICH – uno stava ai giardinetti ed uno stava più distante nelle macchine, “vieni con noi, ti portiamo noi” – “ma dove?” – “non ti preoccupare” – allora vengo con la mia macchina?” – “Si fai bene” – e sono andato a …, verso …, ho sostato la macchina e mi hanno fatto salire a casa in un palazzo…
PM – le dissero dove la stavano conducendo?
DICH – ho visto il palazzo
PM – loro le dissero dove la stavano portando?
DICH – Io camminavo dietro con la macchina e loro camminavano con la macchina avanti e un altro indietro. Mi portavano in un palazzo …
PM – ma lei non chiese dove stiamo andando?
DICH – loro mi dissero che mi portavano da chi dovevamo parlare per la situazione.
PM – chi era questa persona da cui dovevate andare a parlare?
DICH – quando sono entrato nel palazzo, ho visto una persona alta, snella con i capelli lunghi che si chiamava, lo chiamavano di soprannome … e poi dopo, domandando, mi disse che si chiamava …
PM – lei riconobbe in fotografia questa persona?
DICH – Si anche dai Carabinieri
PM – che cosa accadde durante quest’incontro?
DICH – “Accomodati, so che sei un bravo ragazzo…so che stai facendo un lavoro qua e là”
PM – a quale lavoro fece riferimento?
DICH – Via … e P.zza …, a … sempre. Devi pagare, mi avete fatto fare tutte queste cose, mi volete sparare nelle gambe, perché si usa così, uno deve lavorare, lui disse: DICH – Si, continuai i lavori e in una settimana portai ed in un’altra settimana portai altri sei milioni.
PM – Dove li portò?
DICH – A casa sua in via …
PM – sarebbe in grado di riconoscere l’imputato oggi?
DICH – Si è il primo con gli occhiali.
PM – Lei poi ha denunciato analoghi episodi, in relazione ad un cantiere sito in via …
DICH – Si.
PM – Vuole dire al Tribunale che cosa accadde?
DICH – Venne un certo …, che non era il suo nome…
PM – Come si chiamava?
DICH – Si chiamava …
PM – Lei lo riconobbe anche in foto?
DICH – Si. Sta qua nella gabbia.
PM – Vuole indicare quali delle persone presenti nella gabbia corrisponde al Signor …?
DICH – E’ il terzo, uno due e tre.
PM – che tipo di lavoro stava svolgendo?
DICH – sempre intonacatura e pitturazione del palazzo
PM – a quanto ammontavano questi lavori?
DICH – a duecento e dispari milioni omissis
PM – a quest’incontro con queste tre persone lei si recò da solo?
DICH – stavo con mio figlio, io gli dissi di non venire, ma lui è venuto
PM – cosa accadde in questa occasione?
DICH – mi minacciarono
PM – con quali modalità e con che parole la minacciarono?
DICH – che dovevo pagare il Pizzo, perché sempre siamo della zona, non vi siete presentati. Io dissi che non mi presentavo a nessuno perché non sapevo dove presentarmi, mi dissero: Ci devi dare i soldi” mi fecero una richiesta di più di 10 milioni ed io dissi che ne potevo dare al massimo 5, così siamo rimasti a cinque milioni che portai la settimana dopo in contanti…
PM – in tutte queste occasioni in cui incontrò queste persone, le fu mai prospettato nel caso in cui si fosse rifiutato di pagare?
DICH – e come si può dottore
PM – cosa poteva accadere a lei o alla azienda?
DICH – Si, a me mi rubavano nell’azienda…
PM – non le sto chiedendo se rubavano, le sto chiedendo se da parte di queste persone le fu prospettata qualcosa in relazione alla eventualità che lei omettesse di consegnare queste somme di denaro?
DICH – Io consegnavo, io stavo male, perché poi ci dovevamo riprendere da questo episodio, dai soldi che pagavamo, perché alla fine del mese non c’erano soldi ed andavamo in banca a prendere soldi in prestito …
PM – Nel corso di questi incontri le fu richiesto di sospendere i lavori?
DICH – Prima di dare i soldi si, si perdeva una giornata di cinque o sei operai, tre o quattro di la ed erano milioni che si perdevano … purtroppo gli operai non lavoravano, a volte anche il giorno dopo perché avevano paura
PM – lei successivamente li riconobbe in fotografia?
DICH – Si.
PM – Sarebbe in grado di riconoscerli anche oggi in quest’aula?
DICH – Eccolo qua, con la maglia rosa
PM– come si chiama?
DICH – Si chiama…
AVV. ANTIRACKET– avete documentato in qualche modo questi pagamenti?
DICH – si ce li abbiamo tutti scritti dentro un libro paga … perché erano pagamenti tutti richiesti in contanti da loro e l’amministratore della società li iscriveva tutti quanti sul libro paga; questo libro paga ce l’ha il tribunale perché l’abbiamo consegnato ai Carabinieri…
AVV.ANTIRACKET – perché avete denunciato?
DICH – Quando alla fine del mese non arrivano i soldi per pagare e le banche non ti danno i prestiti … io non ho denunciato solo queste persone qua, ho denunciato una serie di persone cattive, per un ammontare di 250 milioni un po’ alla volta, pensate in tanti anni, dieci milioni alla volta, cinque milioni, non potevo andare in ferie, non avevo la macchina, non si poteva aggiustare niente, non si poteva fare un regalo perché uscivano milioni come niente fosse …
AVV. ANTIRACKET – dopo aver denunciato siete stati assistiti dall’associazione antiracket?
DICH – Si. Mi hanno assistito
AVV.ANTIRACKET – dopo aver denunciato avete subito episodi di ritorsione o minacce
DICH. – No. Assolutamente,

Riflessioni: ecco cosa significa denunciare il racket ed assistere in giudizio le vittime.
La prima cosa che impressiona, alla lettura di queste semplici battute, è la lucidità e la determinazione dell’imprenditore, seppur decisamente oltre la soglia dei settanta anni: analitica descrizione dei fatti e dettagliata individuazione in aula degli autori dei singoli episodi delittuosi.
L’imprenditore della nostra storia, ha in tal modo contribuito in modo rilevante ad assicurare alla giustizia con conseguente condanna alle pene di legge previste per i reati di estorsione aggravata finalizzata ad agevolare l’associazione camorristica di appartenenza, oltre 20 imputati. Il tutto semplicemente attraverso la denuncia operata presso il Comando dei Carabinieri, ma soprattutto attraverso la conferma delle dichiarazioni rese nell’aula del Tribunale.
Lo stesso imprenditore oggi ha smesso di “mettersi a posto con i clan” e tramite la consulenza delle associazioni antiracket stesse ha avuto accesso ai benefici di cui alla legge n°44 del 1999 nonché richiesto al Fondo di rotazione per le vittime della mafia di cui alla L.512 del 1999 il pagamento del risarcimento cui i suoi estorsori sono stati condannati.
Il rito ordinario, quello il cui stralcio delle dichiarazioni è stato su riportato al fine di far comprendere cosa significa – denunciare il racket – e cosa significa – assistere una vittima del racket, si è concluso con la condanna di tutti gli imputati a complessivi 120 anni di carcere nonché al risarcimento del danno patito dalla persona offesa con contestuale liquidazione di una provvisionale. Lo stesso dicasi per le associazioni antiracket costituite che hanno visto riconosciuto il danno richiesto.

a cura dell’ avv. Alfredo Nello